Intervista di “Logos” a Giovanni Russo, autore del libro su Padre Antonio

Riportiamo di seguito un estratto dell’articolo di Angelo D’Onofrio “La vita di padre Antonio da Pisticci, una fiamma d’Amore” (link) uscito su “Logos – Le ragioni della verità”, periodico online della Diocesi di Matera-Irsina.

Intervista a Giovanni Russo, autore del volume: “Una Fiamma d’Amore. Vita di Padre Antonio da Pisticci”. Laureato in Giurisprudenza e specializzato in Biblioteconomia alla Biblioteca Apostolica Vaticana, è autore di diverse pubblicazioni sulla vita dei Santi e sul francescanesimo.

1) Perché hai scritto un libro su Padre Antonio da Pisticci? Cosa ti ha spinto a farlo? Il 13 novembre del 2004, quando il Cardinale Giordano nell’omelia in occasione della elevazione a Basilica del Santuario dedicato a Sant’Antonio in Afragola citò padre Antonio da Pisticci, iniziò, da subito, la mia curiosità intorno a questa figura di frate francescano. Da allora ho iniziato ad approfondire le mie ricerche in merito e, data la mia presenza a Roma come studente di Biblioteconomia presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, ho avuto modo di frequentare la Congregazione di Propaganda Fidei trovando un testo inedito, la relazione in Armenia del 1632. Ho pensato, quindi, ad un testo su padre Antonio. Il legame con padre Antonio è anche legato alla mia vita: da quel momento decisi di lasciare il percorso intrapreso di praticantato legale e di fare il bibliotecario, immerso tra i libri.  

2) Come viene vissuto il culto di padre Antonio ad Afragola? Per secoli molto attivo, negli ultimi decenni si è affievolito perché il corpo è stato spostato molto probabilmente nella cripta. L’obiettivo è quello di ritrovarlo per poi esporlo, cercando così di rinvigorire il culto ad Afragola, dove del santo si conoscono più che altro le vicende storiche.

3) Che prospettive intravedi sull’approfondimento degli studi storici e teologici sulla figura del Servo di Dio? Ho iniziato a scrivere il testo durante la guerra civile in Siria, con i bombardamenti ad Aleppo. Una persona che insegna la penitenza ma anche l’umiltà. È un finissimo teologo ma rinuncia all’insegnamento partendo missionario. Da Aleppo va in Armenia dove trasmette la fede ai seminaristi. Vorrebbe morire martire ma gli dicono di tornare nel napoletano, riprendendo la predicazione.

4) Cosa può dire, ancora oggi, alla Chiesa e al mondo la figura di questo frate francescano, vissuto tra il Cinquecento e il Seicento? Una vita dedicata alla penitenza, ma anche allo studio e alla preghiera. Soprattutto all’annuncio. La vita di padre Antonio è una vita di preghiera e di dure penitenze. Imitarlo nella preghiera, nell’umiltà. Ricomincia sempre la sua vita da zero, anche daccapo. È un grande esempio per noi. Iniziare sempre una nuova vita, non fermarsi mai. Avere sempre la forza di affrontare la vita, facendo ciò che ci piace fare…

5) Credi che lo sviluppo del culto a Pisticci e ad Afragola possa portare ad un percorso comune di amicizia, magari ad un gemellaggio tra le due comunità, in nome di Padre Antonio? Padre Antonio arriva ad Afragola prima della costruzione del Convento, che avviene nel 1933. È il proto-fondatore dello stesso Convento, in un certo senso. Va fatto, certamente, un percorso comune tra le due comunità di Pisticci e Afragola. Anni fa ad Afragola gli si dedicò una strada, cosa che andrebbe fatta anche a Pisticci. Creare un gemellaggio tra le due comunità, non solo civili ma anche ecclesiastiche, in nome di Sant’Antonio, il Santo Taumaturgo di Padova.  

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webmaster del blog dedicato al frate francescano Padre Antonio, nato a Pisticci nel 1567 e morto in odore di santità ad Afragola nel 1642
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